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Malaparte, Curzio.

Pseudonimo di Kurt Erich Suckert. Scrittore italiano. Repubblicano e nazionalista, fu volontario nella prima guerra mondiale. Dedicatosi in seguito al giornalismo, fu direttore della "Stampa" dal 1929 al 1931. Divenuto inviso al Fascismo, cui aveva aderito fin dal 1921, si isolò fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. A questa partecipò prima come inviato speciale in Russia, poi come ufficiale al seguito delle truppe americane in Italia. Dopo la Liberazione, nel mutato clima ideale dell'Italia, il prestigio di M. decadde irrimediabilmente, come testimoniarono i clamorosi insuccessi della sua attività. La sua morte, al ritorno da un viaggio in Cina, venne accompagnata dalle polemiche su una estrema conversione dello scrittore al Cattolicesimo. La produzione letteraria di M. è vasta e multiforme. Esordì nel 1921 con La rivolta dei santi maledetti, dura rievocazione della disfatta di Caporetto, cui seguirono Italia barbara e L'Arcitaliano (1925 e 1928). Le opere più famose appartengono al secondo dopoguerra: Kaputt (1944), La pelle (1949) e Maledetti toscani (1956). Scrittore crudamente realistico, M. lascia una testimonianza letteraria interessante dei miti di avventura e violenza e degli orientamenti ideologici populisti che agitarono gli intellettuali italiani negli anni fra il 1918 e il 1945 (Prato 1898 - Roma 1957).